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La tregua infranta: Israele intensifica l’offensiva su Gaza

La tregua è stata spezzata. Ancora una volta, il massacro nella Striscia di Gaza riprende con ferocia: oltre trecento le vittime, molte delle quali bambini, nei raid di martedì 18 marzo. Israele, con la copertura incondizionata degli Stati Uniti, intensifica la sua offensiva. L’Europa, frammentata e timorosa, evita di contrapporsi apertamente a Washington e Tel Aviv, limitandosi a espressioni di “profonda preoccupazione” che non hanno alcuna conseguenza pratica, se non tradursi in un silenzio colpevole.

Non si tratta solo di una guerra, ma di una sistematica distruzione di un popolo, perpetrata con il supporto di attori globali che continuano a fornire armamenti e copertura diplomatica a Israele. Gli Stati Uniti, con il loro veto sistematico in sede ONU e il flusso ininterrotto di aiuti militari, sono i principali sostenitori di questa macchina di morte.

L’ipocrisia occidentale è palese: gli stessi governi che condannano la Russia per l’invasione dell’Ucraina e impongono nuove sanzioni si rifiutano di applicare lo stesso metro di giudizio a Israele, nonostante l’evidenza di crimini di guerra e crimini contro l’umanità.

Ciò che sta accadendo a Gaza non è il frutto di una reazione sproporzionata, ma di un piano preciso e deliberato. Le dichiarazioni di vari esponenti del governo israeliano lasciano pochi dubbi: la distruzione di Gaza non è un effetto collaterale della guerra, ma un obiettivo primario. Gli attacchi delle ultime ore si sono abbattuti su uno scenario di devastazione che non ha risparmiato le poche strutture sanitarie rimaste in piedi; sono stati presi di mira anche i convogli umanitari, mentre intere aree, ritenute sicure, sono state rase al suolo senza alcuna possibilità di evacuazione per i civili.

Eppure, nonostante il massacro, il popolo palestinese continua a resistere. La sua lotta non è solo una battaglia per la sopravvivenza, ma un simbolo della dignità umana di fronte all’oppressione. L’indifferenza dell’Occidente non potrà cancellare la realtà: ogni bomba su Gaza è una condanna della nostra stessa umanità.

Se il mondo continua a voltarsi dall’altra parte, la storia giudicherà i responsabili: non solo coloro che premono il grilletto, ma anche chi fornisce le armi, chi protegge i carnefici e chi, con il proprio silenzio, si rende complice del genocidio in corso.

In queste ore, in diverse città d’Italia, sono previste manifestazioni urgenti di solidarietà al popolo palestinese.


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