Da oggi cento piazze italiane diventano avamposti di solidarietà e resistenza. Cento piazze che scelgono di non restare in silenzio davanti al massacro di Gaza, cento piazze che si trasformano in presidi permanenti per difendere la Flotilla che avanza, sfidando l’arroganza militare e l’impunità internazionale.
A Cosenza, in Via Macallè, il presidio è già realtà: uno spazio vivo, costruito con la forza di chi non si rassegna. È un presidio che parla al cuore della città e che tiene accesa la luce su Gaza, impedendo che la normalità occidentale seppellisca sotto strati di indifferenza le bombe e l’assedio.
La minaccia di un nuovo attacco alla Flotilla non può restare senza risposta. Se accadrà, le piazze e i presidi sono pronti a rilanciare la lotta: uno sciopero generale che blocchi porti e città, che inceppi la macchina dell’economia e della complicità. Fermare tutto per dire che il sangue di Gaza ci riguarda, che non esistono vite sacrificabili né popoli dimenticati.
Questa è la forza delle cento piazze: costruire dal basso una comunità che si oppone al genocidio, che rompe il silenzio dei governi e dei media, che si riconosce nella lotta dei popoli liberi. Gaza oggi è la frontiera della dignità umana, e chi la difende difende anche il futuro di tutte e tutti noi.
Il prossimo 4 ottobre Roma sarà il cuore di questa mobilitazione con una manifestazione nazionale. Sarà il momento in cui le voci sparse, i presidi locali, le centinaia di piccole comunità di resistenza civile confluiranno in un unico fiume, portando nelle strade della capitale la domanda di pace, giustizia e libertà.
Cento piazze non sono solo luoghi di protesta. Sono semi di un’altra politica possibile, di una cittadinanza che sceglie di essere parte e non spettatrice. Gaza non può più essere ridotta a un titolo di giornale o a un servizio di telegiornale da archiviare in fretta. Gaza riguarda tutti, perché lì si gioca il valore universale della dignità umana.