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Ronde, intimidazioni- L’onda nera è già qui

A Bologna sfilano in stazione con il teschio delle SS sul petto, cacciando il “diverso” come in una caccia all’uomo. A Roma, giovani in camicia nera si aggirano tra i vagoni della metro “a caccia” delle borseggiatrici, con l’arroganza di chi si sente autorizzato a farsi giustizia da sé. A Milano lo stesso copione: ronde, minacce, intimidazioni. In città grandi e piccole, la stessa sceneggiatura, lo stesso squallido regista: una destra estrema che ha smesso di nascondersi.

Non sono più episodi isolati. Sono segnali. Sono prove generali. E soprattutto, sono il frutto di un clima politico che legittima l’estrema destra ogni giorno di più.

Il governo Meloni – che viene da quella cultura, da quella storia – non ha bisogno di ordinare esplicitamente queste ronde. Gli basta aprire gli spazi, lasciare fare. Basta tacere quando si inneggia a Mussolini, basta minimizzare il saluto romano, basta sorridere davanti alle foto con busti del Duce o magliette con le SS. Basta lasciare che l’estrema destra diventi “forza dell’ordine alternativa”, un potere parallelo che agisce dove lo Stato abdica o, peggio, ammicca.

Non ci prendiamo in giro: quando il potere fa finta di non vedere, è perché non gli dispiace quello che sta succedendo.

E allora? Allora sta a noi. Sta alle forze democratiche, antifasciste, sociali, popolari. A chi crede ancora nella Costituzione nata dalla Resistenza, a chi ha capito che la libertà non è mai garantita per sempre. Non basta più indignarsi. Non basta più dire “non nel mio nome”.

Serve organizzarsi. Serve presidiare gli spazi – fisici, culturali, politici. Serve costruire una nuova resistenza quotidiana, fatta di memoria ma anche di pratica. Le piazze vanno riempite. I quartieri vanno difesi non con la violenza, ma con la solidarietà, con la presenza, con la rete sociale. Le scuole, le università, i luoghi di lavoro devono tornare ad essere argine, laboratorio, coscienza.

Il fascismo non si combatte solo denunciandolo. Si combatte togliendogli terreno. Delegittimandolo in ogni sede. Spezzando l’illusione che possa offrire “sicurezza” dove lo Stato e le istituzioni hanno fallito. Perché la vera sicurezza è il lavoro, la casa, la scuola pubblica, il diritto alla salute, la cultura. Non le spedizioni punitive in metropolitana.

L’onda nera si può fermare. Ma non lo farà nessuno al nostro posto. O ci saremo, o verremo travolti.


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