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“Dal vuoto politico alla speranza: la sfida di Stasi”

Tra meno di due mesi la Calabria torna al voto. E sappiamo già qual è il vero pericolo: non la forza della destra, ma il vuoto lasciato da chi dovrebbe rappresentare un’alternativa. Un vuoto che da anni alimenta l’astensione più alta d’Italia. Un vuoto che rischia di trasformarsi nell’ennesima resa, nell’ennesima consegna della Regione a chi la usa come terreno di conquista.

Ma questa volta no. Questa volta non possiamo accettare l’ennesimo candidato imposto dai tavoli romani, deciso nelle stanze dei partiti, lontano dalla vita reale delle persone. La Calabria non ha bisogno di nomi calati dall’alto. Ha bisogno di chi ha già dimostrato di esserci, di stare ogni giorno dalla parte giusta, con coerenza e coraggio.

È il momento che reti femministe, movimenti, associazioni, lavoratrici e lavoratori precari, i giovani costretti ad andarsene alzino la testa. È il momento di dire con forza: questa volta vogliamo una candidatura che ci assomigli, che ci ascolti, che ci rappresenti.

Il nome c’è: Flavio Stasi. Sindaco di Corigliano-Rossano, amministratore libero, indipendente, scomodo per chi pensa la politica come spartizione. Lo conoscono bene le famiglie che lottano per una scuola degna, i cittadini che pretendono servizi veri, chi non si rassegna a un futuro lontano da casa. Stasi non  aspetta pacche sulle spalle dai segretari: ha dimostrato che un altro modo di governare è possibile.

Abbiamo bisogno di un  governo femminista nei metodi, trasparente. partecipativo, collettivo. Un governo che parte dal basso, che mette al centro chi non ha voce, che difende il territorio dalle speculazioni e dalla distruzione ambientale , che metta al centro la salute. Questo è ciò che serve oggi alla Calabria.

E il cosiddetto “campo largo”? Tace, rinvia, tratta. Ma il tempo è finito. Ogni ora di silenzio è un regalo alla rassegnazione.

Sostenere Flavio Stasi non è una semplice scelta elettorale. È un atto politico, un atto di dignità. È dire basta a chi ha ridotto la Calabria a terra di fuga e di abbandono. È riempire finalmente quel vuoto che ci schiaccia da troppi anni.

La scelta è chiara: o restiamo spettatori dell’ennesima partita tra apparati, o costruiamo insieme un’alternativa vera. La Calabria non può più aspettare.


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