Cosenza è una città che ha memoria, una città che sa riconoscere chi ha segnato con forza e passione il proprio cammino. Tra le sue figure più carismatiche e incisive, il nome di Giacomo Mancini risuona ancora oggi con rispetto e ammirazione. Negli anni ’90, alla guida di un’amministrazione socialista, Mancini trasformò il volto della città, con una visione moderna e popolare, in cui l’innovazione urbanistica camminava di pari passo con la giustizia sociale.
È per questo che sorprende,, la decisione dell’attuale giunta guidata da un sindaco che non ha esitato a definirsi “socialista” di “sfrattare” la statua dedicata al suo ricordo, collocata di fronte al palazzo comunale: un luogo non solo simbolico, ma profondamente coerente con ciò che Mancini ha rappresentato per Cosenza. Quel monumento non è solo bronzo : è un segno vivo di una storia condivisa, di una stagione politica in cui l’orgoglio per la città era tangibile e collettivo.
Giacomo Mancini era più di un sindaco. Era un uomo del popolo, un riformista audace, un leader dotato di un carisma raro, capace di parlare ai cuori e alle intelligenze, unendo visione e concretezza. La sua figura continua a rappresentare un riferimento per generazioni di cosentini che hanno vissuto in prima persona le trasformazioni culturali di quegli anni.
Spostare la sua statua significa molto più che modificare l’arredo urbano: significa ridurre la portata della memoria collettiva. È una scelta che rischia di apparire come una ferita al patto affettivo tra la città e uno dei suoi figli più illustri.
Le amministrazioni passano, ma la Storia resta. E la Storia di Cosenza, piaccia o no, è passata anche e soprattutto per la visione socialista e popolare di Giacomo Mancini. Ogni tentativo di ridimensionare il suo contributo è destinato a fallire, perché ciò che ha lasciato è scolpito non solo nella pietra, ma nella coscienza della città.
Cosenza non dimentichi chi l’ha amata. Non rinneghi chi l’ha servita con passione e coraggio Cosenza ha il diritto di indignarsi. Perché non è solo la statua a essere sfrattata: è un pezzo della nostra identità collettiva che viene allontanato.