Cinque anni fa, il 21 febbraio 2020, l’Italia scopriva il suo paziente zero a Codogno. Da quel momento, il Paese si trovò travolto da una pandemia che cambiò radicalmente la vita di milioni di persone. Un virus arrivato dalla Cina, di cui si sapeva ancora poco, sconvolse l’intero sistema sanitario, economico e sociale. Le città si chiusero, i medici e gli infermieri lottarono con mezzi spesso insufficienti, mentre la popolazione imparava a convivere con mascherine, guanti e distanziamento sociale.
Furono mesi terribili, segnati dalla paura e dall’incertezza. Il Covid-19 si portò via oltre 197 mila vite in Italia, di cui 3.854 solo in Calabria. Una tragedia collettiva che avrebbe dovuto insegnarci molte cose, prima fra tutte l’importanza della prevenzione sanitaria e della preparazione alle emergenze. Ma a distanza di cinque anni, possiamo davvero dire di aver tratto una lezione da quei mesi bui? La risposta, purtroppo, è sconfortante.
Un sistema sanitario ancora in affanno
La pandemia ha mostrato le gravi carenze del nostro sistema sanitario: la mancanza di posti letto, di personale, di attrezzature e, soprattutto, di una strategia chiara per affrontare emergenze di tale portata. Ci saremmo aspettati un radicale cambiamento nelle politiche sanitarie, un potenziamento delle strutture e un incremento delle risorse. Eppure, la situazione in molte regioni, Calabria in primis, resta drammaticamente simile a quella del 2020. Ospedali in affanno, personale medico insufficiente e, soprattutto, l’assenza di un vero piano pandemico.
Dov’era e dov’è il piano pandemico?
Uno degli aspetti più inquietanti della gestione dell’emergenza Covid-19 fu la scoperta che l’Italia non disponeva di un piano pandemico aggiornato. La sua assenza contribuì a decisioni tardive, alla scarsità di dispositivi di protezione e alla disorganizzazione generale. Dopo il Covid-19, ci saremmo aspettati l’elaborazione di un protocollo dettagliato per prevenire e affrontare future pandemie. Ma a oggi, nonostante le promesse, nessuna strategia concreta è stata attuata.
Le pandemie non sono eventi rari nella storia dell’umanità, e gli esperti avvertono che potremmo affrontarne altre nel prossimo futuro. Eppure, l’Italia continua a farsi trovare impreparata. La prevenzione non è solo una questione sanitaria, ma anche politica ed economica. Investire in ricerca, rafforzare il sistema sanitario, predisporre piani d’emergenza efficaci non è un’opzione, ma una necessità.
Cinque anni dopo, la memoria di quei giorni dovrebbe essere un monito per non ripetere gli stessi errori. Ma finché la sanità continuerà a essere un settore in affanno, senza risorse adeguate e senza strategie concrete, il rischio è che la storia si ripeta. E, questa volta, non avremo più scuse.