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Gaza, le immagini del 2024 tra reale e artificiale

Mentre il mondo osserva attonito gli sviluppi della guerra tra Israele e Hamas, la Striscia di Gaza si conferma epicentro di una tragedia umanitaria senza precedenti. Bombe squarciano il cielo, distruggendo case, scuole, ospedali e campi profughi. Il blocco degli aiuti umanitari ha trasformato la sopravvivenza quotidiana in un atto di resistenza. Dallo scoppio delle ostilità, le vittime civili si contano a centinaia di migliaia. Un capitolo a parte sono i morti cosi detti indiretti “Non sarebbe irragionevole parlare più di 186mila morti agli attacchi a Gaza. Considerando la popolazione di Gaza nel 2022 pari a 2 milioni 375mila 259, il numero stimato di morti corrisponde al 7,9% dell’intera popolazione”, si legge nel articolo della rivista scientifica britannica  The Lancet . La maggior parte sono donne, bambini e anziani: i più fragili, intrappolati in un inferno senza vie di fuga.

Le immagini dei bombardamenti su scuole e ospedali hanno scosso le coscienze globali, alimentando proteste e manifestazioni a sostegno dei territori occupati. Eppure, tra le macerie si trovano frammenti di umanità che raccontano storie di speranza. Nel campo profughi di Burej, dove la vita è scandita dall’eco delle esplosioni e dalle sirene, è stata scattata una fotografia che ha fatto il giro del mondo: una bambina, seduta su una pila di detriti, che gioca con una bambola di stracci. Il suo sorriso, disarmante nella sua semplicità, sembra sfidare la violenza che la circonda.

Tra questi eventi tumultuosi, si è fatta largo una protagonista silenziosa ma potente: l’intelligenza artificiale. Il 2024 ha visto l’AI assumere ruoli sempre più centrali, sollevando interrogativi etici mai così urgenti. È davvero una risorsa per l’umanità, o una minaccia alla sua essenza?

Emblematico è il caso della card digitale All Eyes On Rafah (Tutti gli occhi puntati su Rafah), generata con l’intelligenza artificiale, che ha avuto un impatto straordinario. In poche ore, più di 40 milioni di persone l’hanno condivisa su Instagram, trasformandola in un simbolo di solidarietà con le vittime della guerra. Dopo il raid israeliano del 26 maggio su una tendopoli di sfollati a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, milioni di persone hanno condiviso sui social questa immagine realizzata con l’AI.

Mentre la guerra continua a devastare Gaza, le immagini – reali e artificiali – plasmano la percezione globale del conflitto, suscitando un’ondata di solidarietà. In un mondo sempre più interconnesso, queste rappresentazioni digitali non solo documentano l’orrore, ma possono diventare catalizzatori di azioni concrete. Per ora, la speranza risiede nei frammenti di umanità che sopravvivono alle macerie e nei gesti di solidarietà globale che si levano da ogni angolo del pianeta.


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