Per comprendere a fondo il significato e l’importanza dell’atto aziendale in ambito sanitario, è utile partire dalla sua definizione: si tratta di un documento fondamentale che regola l’organizzazione e il funzionamento interno delle aziende sanitarie pubbliche. Non è un semplice testo burocratico, ma uno strumento strategico il cui obiettivo primario è rispondere in modo efficace alle esigenze di salute della popolazione.
L’atto aziendale può essere paragonato alla bussola di un’organizzazione sanitaria: stabilisce la direzione da seguire, definisce le priorità e disegna la mappa per realizzare un’assistenza realmente vicina ai cittadini. Tuttavia, affinché questa bussola funzioni correttamente, è essenziale che sia ben calibrata, cosa che non sempre è garantita.
Troppo spesso, gli atti aziendali vengono percepiti come documenti tecnici distanti dai bisogni reali delle comunità. Questa percezione deriva da una partecipazione limitata delle popolazioni locali nella loro elaborazione.
Di recente, l’ASP di Cosenza ha pubblicato il suo nuovo atto aziendale, un documento di 182 pagine che si pone l’ambizioso obiettivo di ripensare il rapporto tra ospedale e territorio. La direzione tracciata dal documento sembra quella giusta, partendo dalla consapevolezza di un limite ampiamente riconosciuto: per troppo tempo, l’organizzazione sanitaria è stata centrata quasi esclusivamente sulla cura ospedaliera, trascurando il ruolo strategico dei servizi territoriali.
La pandemia ha insegnato che un sistema sanitario moderno deve essere flessibile, vicino alle persone e capace di prevenire, oltre che curare. Si tratta di una sfida cruciale, soprattutto in una provincia come quella di Cosenza, dove le disuguaglianze nell’accesso ai servizi sanitari sono particolarmente accentuate.
Nel nuovo atto aziendale emergono due principi fondamentali: prossimità e integrazione. Rafforzare la sanità territoriale non significa solo migliorare la qualità delle cure, ma anche ridurre la pressione sugli ospedali, riservando a questi ultimi la gestione dei casi più complessi e acuti. Inoltre, l’introduzione di modelli come il Chronic Care Model, che enfatizza la gestione proattiva delle patologie croniche, rappresenta un passo avanti verso una sanità più efficiente e sostenibile.
Anche la separazione delle funzioni tra ospedale e territorio – con il primo orientato al paziente individuale (patient-centered) e il secondo rivolto alla collettività (community-centered) – appare un’idea promettente.
Sfide e interrogativi aperti
Gli obiettivi, per quanto ambiziosi, lasciano aperti numerosi interrogativi.
- Finanziamenti:
Per realizzare una riforma di tale portata sono necessarie risorse significative e continuative. Tuttavia, non è chiaro se i fondi saranno sufficienti né come verranno distribuiti. - Carenza di personale sanitario:
Senza un investimento massiccio nella formazione e nell’assunzione di nuove figure professionali – medici di medicina generale, infermieri, assistenti sociali, psicologi – le strutture territoriali rischiano di non essere in grado di sostenere il carico di lavoro previsto. - Disuguaglianze territoriali:
La provincia di Cosenza, tra le più grandi d’Italia, presenta forti disuguaglianze. Come saranno distribuite le risorse? Senza un forte coordinamento centrale, il rischio è di creare un sistema sanitario a due velocità, con alcune aree all’avanguardia e altre lasciate indietro. - Gestione della transizione:
Passare da un sistema incentrato sull’ospedale a uno che valorizzi il territorio richiederà tempo, formazione e strumenti adeguati. La mancanza di una strategia chiara per accompagnare questo cambiamento rischia di generare confusione e resistenze, sia tra gli operatori sanitari che tra i cittadini.
Molto dipenderà dalla capacità di trasformare le ambizioni in azioni concrete.
Il ruolo della partecipazione civica
Un elemento fondamentale sarà il coinvolgimento dei comitati per il diritto alla salute nell’attuazione dell’atto aziendale. Solo attraverso un coinvolgimento strutturato, continuativo e trasparente si potrà garantire un sistema sanitario più partecipativo e democratico. Questo coinvolgimento non deve ridursi a una mera formalità, ma diventare un vero strumento per migliorare i servizi e tutelare il diritto alla salute.
In conclusione, il nuovo atto aziendale dell’ASP di Cosenza rappresenta una sfida ambiziosa, ma necessaria. Il successo dipenderà dalla capacità di affrontare le criticità, garantire le risorse e costruire un dialogo costante con i cittadini, per rendere la sanità territoriale davvero vicina alle persone.