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Il Blog di Radio Ciroma 105.7FM – Cosenza

“Sanità, il Sud affonda tra carenze e disuguaglianze”

Nell’ultimo rapporto Svimez emergono le criticità della sanità italiana, con particolare attenzione al sottofinanziamento strutturale e alle marcate disparità territoriali, soprattutto tra Nord e Sud.

Punti principali:

  1. Riduzione della spesa sanitaria in rapporto al PIL
    Nonostante un incremento previsto della spesa sanitaria rispetto alla spesa pubblica netta, la quota in rapporto al PIL è destinata a calare dal 6% nel 2025 al 5,9% nel 2027.
  2. Confronto con l’Europa
    La spesa sanitaria pro capite italiana si mantiene ben al di sotto di quella di Paesi come Germania, Francia e Spagna, accentuando ulteriormente il divario con le altre nazioni europee.
  3. Disparità Nord-Sud
    • I Sistemi Sanitari Regionali (SSR) del Sud mostrano gravi carenze nei servizi di prevenzione e cura, con tempi di attesa più lunghi e livelli di spesa inferiori rispetto al Nord.
    • Il monitoraggio sui LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) per il 2022 indica che quasi tutte le regioni del Mezzogiorno, eccetto Puglia e Basilicata, non raggiungono gli standard minimi.
    • L’accesso agli screening mammografici è emblematico di questa disparità: solo 2 donne su 10 in Calabria vi accedono, rispetto a 9 su 10 in Friuli-Venezia Giulia.
  4. Mobilità sanitaria
    La scarsa qualità e l’insufficienza dell’offerta sanitaria al Sud spingono molti pazienti a cercare cure nelle regioni del Centro-Nord. Nel 2022, secondo i dati Agenas, 629mila pazienti si sono spostati, di cui il 44% proveniente dal Sud. Le regioni con le maggiori “fughe” in ambito oncologico sono Calabria, Campania, Sicilia e Puglia. Questa tendenza evidenzia l’incapacità dei SSR del Sud di offrire servizi adeguati, mentre le strutture del Nord, dotate di centri di eccellenza, continuano ad attrarre pazienti.
  5. Medicina territoriale
    La medicina territoriale, che si occupa di garantire cure e assistenza nei luoghi di vita dei pazienti, rappresenta un pilastro cruciale per la prevenzione, la diagnosi precoce e la gestione delle malattie. Gli obiettivi principali sono:

    • Migliorare la prevenzione e la gestione delle patologie;
    • Facilitare l’accesso alle cure e ridurre le disuguaglianze, indipendentemente da residenza o condizioni socioeconomiche;
    • Assicurare continuità assistenziale per pazienti cronici, fragili o con disabilità;
    • Ridurre l’affollamento ospedaliero e migliorare la qualità della vita dei pazienti;
    • Rafforzare la risposta alle emergenze sanitarie.

Tuttavia, il Mezzogiorno presenta gravi carenze anche in questo ambito: in Calabria, ad esempio, sono disponibili solo 207 posti tra strutture residenziali e semi-residenziali, un dato tra i più bassi d’Italia.


Il rapporto Svimez dipinge un quadro preoccupante della sanità italiana, dove le disparità territoriali continuano a penalizzare fortemente il Sud, creando un sistema sanitario a due velocità. La riduzione della spesa sanitaria rispetto al PIL e il confronto sfavorevole con gli altri Paesi europei sottolineano l’urgenza di riforme strutturali. Investire nella medicina territoriale, migliorare l’accesso ai LEA e ridurre la mobilità sanitaria devono diventare priorità per garantire un diritto alla salute equo e universale. Solo attraverso una visione strategica e interventi mirati sarà possibile ridurre il divario Nord-Sud e costruire un sistema sanitario realmente inclusivo e sostenibile.

 


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