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Ospedale Hub o Policlinico Universitario? Il nodo del futuro della sanità e della città di Cosenza

Nel dibattito sempre più acceso sullo spostamento dell’Ospedale di Cosenza emergono elementi che rischiano di generare confusione non solo tra i cittadini, ma anche tra gli stessi attori istituzionali. Le parole, in sanità, non sono mai neutre: “Hub”, “Policlinico Universitario”, “ospedale territoriale” — ciascuna evoca modelli organizzativi e funzioni profondamente diverse.
Eppure, nella discussione pubblica, questi termini vengono spesso usati come sinonimi, oscurando le implicazioni reali delle scelte che si stanno compiendo.

L’Ospedale Hub: il cuore clinico del sistema provinciale

L’ospedale di Cosenza è oggi l’Hub di riferimento per l’intera provincia, la più vasta e popolosa della Calabria. Nel linguaggio della programmazione sanitaria, l’Hub è la struttura di alta specializzazione attorno alla quale ruota l’intera rete ospedaliera provinciale: gestisce le emergenze più complesse, dispone delle tecnologie più avanzate e garantisce la presenza di reparti ad alta intensità di cura, dalla cardiochirurgia alla neurochirurgia.
L’Hub è, in sostanza, la spina dorsale del sistema sanitario territoriale.

Il Policlinico Universitario: tra cura, formazione e ricerca

Ben diverso è il concetto di Policlinico Universitario, una struttura in cui l’attività assistenziale è integrata con la formazione accademica e la ricerca scientifica.
Il Policlinico è un luogo dove la cura dei pazienti si coniuga con la crescita professionale dei futuri medici, dove si sviluppano protocolli innovativi, si sperimentano nuove tecnologie e si favorisce la collaborazione tra mondo accademico e clinico.
La recente istituzione della Facoltà di Medicina e Chirurgia a Rende, presso l’Università della Calabria, apre senza dubbio una prospettiva interessante. Tuttavia, la nascita di un Policlinico non coincide automaticamente con il trasferimento dell’attuale Hub: richiede un modello gestionale dedicato, un’intesa formale tra Regione e Università e un preciso equilibrio tra assistenza, didattica e ricerca.

Hub e Policlinico: funzioni diverse, sinergie possibili

Non c’è incompatibilità tra un ospedale Hub e un Policlinico Universitario. I due modelli, se ben progettati, possono coesistere nello stesso territorio, generando una rete virtuosa tra alta specializzazione clinica e innovazione scientifica.
Esempi di integrazione di successo esistono in diverse regioni italiane: a Verona, a Modena, a Bari, dove le università hanno affiancato — e non sostituito — gli ospedali di riferimento. Il punto non è “dove costruire”, ma che cosa costruire e con quale finalità.

Il rischio per Cosenza: perdita di centralità e indebolimento urbano

Nel caso cosentino, il tema dello spostamento dell’Ospedale non può essere analizzato solo in termini sanitari.
Un trasferimento della struttura fuori dal perimetro urbano di Cosenza — verso l’area di Rende o di Arcavacata — comporterebbe una perdita di centralità economica, sociale e funzionale per l’intera città.
L’Ospedale “Annunziata” non è soltanto un presidio sanitario: è un motore urbano, che genera quotidianamente un indotto rilevante. Attorno a esso gravitano servizi, attività commerciali.

Spostare l’ospedale significherebbe svuotare la parte sud della città, già segnata da anni di marginalizzazione, accelerando un processo di sbilanciamento territoriale che vede ormai la parte nord — tra Rende e l’Università — sempre più attrattiva e sviluppata.

Il rischio è di creare una frattura irreversibile tra due aree che, invece, dovrebbero essere complementari: una città universitaria viva e dinamica, e un capoluogo che mantenga un ruolo di baricentro sanitario e amministrativo per tutta la provincia.
In un contesto come quello cosentino, dove la coesione territoriale è già fragile, la perdita dell’ospedale rappresenterebbe un colpo economico e simbolico difficilmente recuperabile.

Una questione di visione e di responsabilità

Prima ancora di discutere di localizzazioni e progetti edilizi, serve una scelta di visione.
Se l’obiettivo è costruire un nuovo ospedale Hub, allora la priorità deve essere l’efficienza della rete sanitaria e la continuità del servizio. Se invece si punta alla realizzazione di un Policlinico Universitario, bisogna avviare un percorso di collaborazione strutturata con l’Università, senza sacrificare il ruolo di Cosenza come centro sanitario provinciale.

Ogni decisione dovrà tener conto non solo di criteri tecnici e sanitari, ma anche di impatti urbani e socio-economici. Perché un ospedale non è un semplice edificio: è un elemento identitario, un presidio di vita quotidiana, un fattore di equilibrio tra le parti di una città.

La discussione sul futuro dell’Ospedale di Cosenza non può ridursi a una disputa campanilistica tra due comuni confinanti. In gioco non c’è solo la collocazione di una struttura sanitaria, ma il modello di sviluppo dell’intera area urbana cosentina.
Confondere un Hub con un Policlinico non è un errore terminologico: è un errore strategico.
Solo una scelta chiara — e condivisa tra Regione, Università e territorio — potrà garantire che la sanità cosentina guardi al futuro senza abbandonare le sue radici.


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