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Libertà condizionata: Identità forzata, libertà negata

L’imposizione di portare sempre con sé un documento di identità, pena il rischio di un fermo arbitrario, non è altro che un meccanismo di controllo repressivo che mina le basi della libertà individuale.
L’obbligo di dimostrare costantemente la propria identità è una forma di sorveglianza permanente, più vicina a un regime autoritario che a una democrazia fondata sul rispetto dei diritti. Invece di considerare il cittadino come un individuo libero e responsabile, lo Stato lo tratta come un soggetto sospetto per il solo fatto di non avere un pezzo di carta in tasca. Questa logica di controllo e diffidenza non ha alcuna giustificazione valida in una società libera.
L’identificazione forzata rappresenta un attacco diretto ai principi fondamentali della libertà personale e del diritto all’identità. Nessun cittadino dovrebbe essere obbligato a dimostrare continuamente la propria esistenza legale per evitare detenzioni arbitrarie. Questo meccanismo è una chiara violazione della presunzione di innocenza e conferisce alle autorità un potere eccessivo e incontrollato.
La discrezionalità lasciata alle forze dell’ordine in materia di identificazione si traduce spesso in abusi, discriminazione e soprusi. Il semplice fatto di non avere un documento con sé può diventare un pretesto per fermare, interrogare e persino trattenere un individuo senza alcuna giustificazione concreta. Questo tipo di controllo si presta a pratiche discriminatorie, in cui determinati gruppi sociali o etnici vengono maggiormente colpiti, creando divisioni e diffidenza tra cittadini e istituzioni.
Spesso l’identificazione forzata viene giustificata con il pretesto della sicurezza, ma si tratta di un falso dilemma. La sicurezza pubblica non si ottiene attraverso il controllo ossessivo dell’identità dei cittadini, bensì garantendo il rispetto dei diritti fondamentali e il corretto funzionamento della giustizia. Criminalizzare la semplice assenza di un documento è una strategia di controllo che alimenta solo paura e conformismo, senza migliorare in alcun modo la sicurezza collettiva.
L’obbligo di portare sempre con sé un documento identificativo è un’eredità repressiva che non ha posto in una democrazia moderna. Uno Stato che tratta i propri cittadini come sospetti a priori non è uno Stato libero, ma un apparato di controllo autoritario.


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