Da oltre 15 anni, la sanità calabrese è ostaggio di una gestione emergenziale che non ha portato a nessun miglioramento concreto. Il lungo commissariamento per il rientro dal debito sanitario non solo non ha risolto i problemi strutturali della regione, ma ha lasciato in eredità un sistema ancora più fragile, con ospedali al collasso e una cronica mancanza di nuove strutture.
Ora, mentre si parla di un nuovo commissariamento per affrontare la costruzione degli ospedali previsti ma mai realizzati, si ripropone il medesimo schema gestionale che ha già fallito in passato. La nomina del governatore della Regione a commissario straordinario ripercorre una strada già battuta, che ha dimostrato tutti i suoi limiti. Affidare a chi ha già responsabilità nella crisi attuale il compito di risolvere il problema non è una soluzione, ma la conferma di una gestione politica autoreferenziale e inefficace.
Negli anni, la costruzione dei nuovi ospedali in Calabria è rimasta bloccata da clientelismo, cattiva gestione amministrativa e interessi politici. Con la scelta di Roberto Occhiuto, il rischio è quello di mantenere inalterate queste dinamiche, anziché spezzarle. L’accentramento del potere decisionale nelle mani del Presidente della Regione impedisce l’adozione di un approccio realmente innovativo e trasparente, lasciando spazio a logiche già viste di spartizione delle risorse pubbliche e mancanza di controllo indipendente.
Il ripetersi degli stessi errori si manifesta in tre aspetti fondamentali:
- Gestione politica del problema, con scelte orientate più agli equilibri di potere che alle reali necessità sanitarie.
- Assenza di un organismo indipendente, capace di monitorare i fondi e garantire trasparenza nella realizzazione delle nuove strutture.
- Blocco del sistema sanitario, che continua a pagare il prezzo di scelte inefficaci e di una catena decisionale priva di responsabilità concrete.
Il nuovo commissariamento non è una svolta, ma la prosecuzione di una gestione che da anni si dimostra incapace di affrontare le criticità della sanità calabrese. Per interrompere questo ciclo di fallimenti, è necessario un cambiamento reale, che passi attraverso un controllo indipendente e un’effettiva discontinuità rispetto alle scelte che hanno portato la sanità regionale al collasso.