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Il Blog di Radio Ciroma 105.7FM – Cosenza

Il cielo nero di Calenzano: quando il lavoro uccide

Una colonna di fumo nero si alza nel cielo limpido di Calenzano, visibile da chilometri di distanza. È come un grido muto che lacera l’orizzonte. Non siamo in una zona di guerra, ma nel cuore della Toscana. Eppure, l’immagine sembra quella di un bombardamento: un’enorme esplosione ha squarciato il deposito della raffineria Eni. Pochi istanti che sono bastati a trasformare un normale turno di lavoro in una tragedia.

Cinque vite spezzate, operai che quella mattina avevano salutato le loro famiglie con un bacio frettoloso, pensando già al ritorno. E invece, non torneranno. Ci sono anche feriti, un numero ancora incerto, ma sicuramente troppe persone che porteranno per sempre su corpo e anima il peso di questo dramma.

“Si continua a parlare di “incidenti sul lavoro”. Ma si può davvero definire incidente ciò che è prevedibile, evitabile? Queste morti non sono il frutto del caso. Sono il risultato di un sistema che troppe volte si dimostra insensibile e negligente verso la sicurezza dei lavoratori. Dietro a ogni tragedia ci sono storie di manutenzioni mancate, di controlli mai effettuati, di norme sulla sicurezza calpestate in nome del risparmio o della produttività.

Ogni giorno in Italia un operaio perde la vita sul lavoro. Ogni giorno una famiglia vede il proprio mondo crollare. Eppure, il grido delle vittime sembra svanire nel rumore di fondo della società, troppo spesso anestetizzata davanti a queste notizie. Si leggono i titoli, si scuote la testa, e poi si passa oltre. Ma sotto quella colonna di fumo c’è un racconto che non può essere ignorato.

La sicurezza sul lavoro non dovrebbe essere un optional, ma un diritto. Un diritto sancito dalla legge, certo, ma che rimane solo su carta se non ci sono controlli adeguati e una cultura diffusa che metta al primo posto la vita umana. Non è accettabile che, nel 2024, si debba ancora combattere contro un sistema che considera i lavoratori come ingranaggi sostituibili, e non come persone con sogni, affetti, vite.

A Calenzano, oggi, il cielo è scuro. Non solo per il fumo, ma per il dolore, per la rabbia, per la consapevolezza che queste morti erano evitabili. È ora di cambiare, di pretendere che le parole “sicurezza sul lavoro” abbiano un peso reale. Perché nessuno dovrebbe uscire di casa al mattino per andare al lavoro e non fare ritorno.

Dietro ogni operaio c’è una famiglia, e dietro ogni famiglia c’è una storia. Quante storie devono ancora interrompersi bruscamente prima che qualcosa cambi davvero?


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