Al Policlinico di Catanzaro, tra sale operatorie preparate con cura e sguardi di attesa, il Governatore della regione si sottopone a un intervento chirurgico. La notizia, rilanciata con tono positivo, sembra un chiaro messaggio di fiducia: “Io mi curo qui, nella mia terra” . Un atto simbolico, forse persino coraggioso, che vuole dimostrare come la sanità calabrese non sia solo cronaca di inefficienza e scandali. Ma dietro la patina rassicurante, si cela una storia ben più amara.
A eseguire l’intervento, infatti, è il Dott. Daniele Maselli, cardiochirurgo di fama nazionale, calabrese d’origine e professionista stimato in tutta Italia. La sua presenza è il vero motore dell’intervento e, soprattutto, il nodo irrisolto della questione. Perché il dottor Maselli ritorna nella sua terra d’origine non per una scelta naturale, non perché esiste un sistema sanitario che lo voglia trattenere e valorizzare. Torna in Calabria in prestito, richiamato eccezionalmente per operare il Governatore.
La scena si svolge così: un’eccellenza medica costretta a emigrare, un politico che sceglie di curarsi “in casa” proprio grazie a lui, e un contesto regionale che non ha saputo trattenere né pazienti né professionisti. Se non fosse realtà, sembrerebbe il copione perfetto di un’ironia amara e surreale.
In una Calabria martoriata da decenni di mala gestione e scandali sanitari, Daniele Maselli rappresenta ciò che la regione potrebbe essere: una terra capace di trattenere talenti, di garantire cura di qualità, di fermare l’esodo di pazienti e medici verso altre regioni d’ Italia. Eppure, il Dr. Maselli è uno dei tanti “cervelli in fuga”. Da anni svolge la sua attività fuori dalla Calabria, lontano dalla sua terra natia che non è riuscita ad offrirgli condizioni di lavoro adeguate.
La situazione sfiora il grottesco: proprio mentre il Governatore si affida a lui, la sua presenza diventa l’emblema della stessa incapacità politica di cui l’amministrazione regionale è responsabile. Il Governatore sceglie sì di curarsi nella sua regione, ma solo perché il miglior professionista calabrese è tornato temporaneamente. Nessuna strategia di lungo respiro, nessun piano per riportare stabilmente eccellenze come il Dr. Maselli in Calabria. Solo un intervento straordinario per un caso straordinario, mentre i cittadini continuano a soffrire le conseguenze di un sistema inefficiente.
La posizione del Governatore è, dunque, imbarazzante. La sua scelta di curarsi in Calabria si presenta come un atto di fiducia, ma si sgretola rapidamente sotto il peso della realtà. Una realtà fatta di ospedali spesso al collasso, liste d’attesa interminabili, reparti chiusi e famiglie costrette a migrare per ottenere cure adeguate. Quella stessa realtà che ha spinto professionisti come Daniele Maselli a continuare la propria attività altrove, lontano da una regione incapace di offrire opportunità.
E così, il messaggio positivo che il Governatore sperava di lanciare si ritorce contro di lui: il ritorno temporaneo di un’eccellenza mette a nudo tutte le falle di un sistema mai riformato, mai modernizzato Mentre il Dr. Maselli opera con la competenza e la dedizione che gli sono riconosciute, resta un ospite di passaggio. Finito l’intervento, tornerà altrove, dove può lavorare in un contesto stabile e organizzato.
L’immagine del Governatore sotto i ferri del Dr. Maselli diventa una fotografia impietosa della Calabria di oggi: una terra che avrebbe tutto per eccellere ma che continua a perdere le sue risorse migliori. La domanda sorge spontanea: perché il dottor Maselli è qui oggi, solo per questo intervento, e non ogni giorno? Perché i cittadini non possono beneficiare stabilmente di professionisti del suo calibro?
Le risposte sono scomode e affondano le radici in anni di politiche miopi, di compromessi mancati e di riforme mai realizzate. Nessuno ha saputo o voluto creare un sistema sanitario in grado di trattenere i talenti e garantire la cura della qualità. Così, mentre il Governatore rientra dalla sua sala operatoria, il paradosso resta lì, evidente, ei cittadini calabresi continuano a viaggiare, a spostarsi per centinaia di chilometri, a sacrificare tempo e risorse pur di avere accesso a ciò che dovrebbe essere un diritto: una sanità efficiente, moderna e vicina.
Il ritorno del dottor Maselli è un episodio straordinario, ma non la normalità. E questa, purtroppo, non è una notizia di cui andare fieri.
“Maselli torna per il Governatore, non per i calabresi: il paradosso di una sanità al collasso”
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