Nell’ultimo rapporto Svimez emergono le criticità della sanità italiana, con particolare attenzione al sottofinanziamento strutturale e alle marcate disparità territoriali, soprattutto tra Nord e Sud.
Punti principali:
- Riduzione della spesa sanitaria in rapporto al PIL
Nonostante un incremento previsto della spesa sanitaria rispetto alla spesa pubblica netta, la quota in rapporto al PIL è destinata a calare dal 6% nel 2025 al 5,9% nel 2027. - Confronto con l’Europa
La spesa sanitaria pro capite italiana si mantiene ben al di sotto di quella di Paesi come Germania, Francia e Spagna, accentuando ulteriormente il divario con le altre nazioni europee. - Disparità Nord-Sud
- I Sistemi Sanitari Regionali (SSR) del Sud mostrano gravi carenze nei servizi di prevenzione e cura, con tempi di attesa più lunghi e livelli di spesa inferiori rispetto al Nord.
- Il monitoraggio sui LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) per il 2022 indica che quasi tutte le regioni del Mezzogiorno, eccetto Puglia e Basilicata, non raggiungono gli standard minimi.
- L’accesso agli screening mammografici è emblematico di questa disparità: solo 2 donne su 10 in Calabria vi accedono, rispetto a 9 su 10 in Friuli-Venezia Giulia.
- Mobilità sanitaria
La scarsa qualità e l’insufficienza dell’offerta sanitaria al Sud spingono molti pazienti a cercare cure nelle regioni del Centro-Nord. Nel 2022, secondo i dati Agenas, 629mila pazienti si sono spostati, di cui il 44% proveniente dal Sud. Le regioni con le maggiori “fughe” in ambito oncologico sono Calabria, Campania, Sicilia e Puglia. Questa tendenza evidenzia l’incapacità dei SSR del Sud di offrire servizi adeguati, mentre le strutture del Nord, dotate di centri di eccellenza, continuano ad attrarre pazienti. - Medicina territoriale
La medicina territoriale, che si occupa di garantire cure e assistenza nei luoghi di vita dei pazienti, rappresenta un pilastro cruciale per la prevenzione, la diagnosi precoce e la gestione delle malattie. Gli obiettivi principali sono:- Migliorare la prevenzione e la gestione delle patologie;
- Facilitare l’accesso alle cure e ridurre le disuguaglianze, indipendentemente da residenza o condizioni socioeconomiche;
- Assicurare continuità assistenziale per pazienti cronici, fragili o con disabilità;
- Ridurre l’affollamento ospedaliero e migliorare la qualità della vita dei pazienti;
- Rafforzare la risposta alle emergenze sanitarie.
Tuttavia, il Mezzogiorno presenta gravi carenze anche in questo ambito: in Calabria, ad esempio, sono disponibili solo 207 posti tra strutture residenziali e semi-residenziali, un dato tra i più bassi d’Italia.
Il rapporto Svimez dipinge un quadro preoccupante della sanità italiana, dove le disparità territoriali continuano a penalizzare fortemente il Sud, creando un sistema sanitario a due velocità. La riduzione della spesa sanitaria rispetto al PIL e il confronto sfavorevole con gli altri Paesi europei sottolineano l’urgenza di riforme strutturali. Investire nella medicina territoriale, migliorare l’accesso ai LEA e ridurre la mobilità sanitaria devono diventare priorità per garantire un diritto alla salute equo e universale. Solo attraverso una visione strategica e interventi mirati sarà possibile ridurre il divario Nord-Sud e costruire un sistema sanitario realmente inclusivo e sostenibile.