La proposta di fusione tra i comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero potrebbe sembrare, a prima vista, un’opportunità per creare una grande città capace di competere con i principali poli urbani della Calabria. Tuttavia, ci sono diversi motivi per cui questa fusione potrebbe non essere vantaggiosa per i cittadini, e votare “NO” rappresenta una scelta consapevole e ponderata.
1. Perdita di identità locali
Ogni comune ha una propria identità storica, culturale e sociale. Cosenza, Rende e Castrolibero sono comunità con caratteristiche e peculiarità uniche. Una fusione rischia di livellare queste differenze, rendendo più difficile preservare le tradizioni e le specificità che contraddistinguono ogni territorio.
2. Il rischio di una centralizzazione inefficace
La fusione potrebbe accentrare decisioni e risorse, ma non è detto che questo sia un vantaggio. La centralizzazione può comportare una riduzione della rappresentanza democratica, poiché i cittadini avrebbero meno voce in capitolo nelle decisioni che riguardano direttamente le loro comunità. I piccoli problemi locali rischiano di essere ignorati in favore di priorità dettate da un’amministrazione più grande e complessa.
3. Aumento della burocrazia
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, l’unificazione amministrativa non sempre riduce la burocrazia. La creazione di un nuovo ente potrebbe comportare lunghe fasi di riorganizzazione, con sovrapposizioni di funzioni, difficoltà nell’integrazione dei sistemi e possibili inefficienze nel breve e medio termine.
4. Differenze socio-economiche tra i comuni
I tre comuni presentano situazioni economiche e sociali diverse. La fusione potrebbe portare a squilibri nella distribuzione delle risorse, con il rischio che alcune aree vengano trascurate o che altre si trovino a dover “pagare” per colmare i deficit di altre zone.
5. Costi iniziali elevati
L’unificazione amministrativa non è gratuita. Studi di fattibilità, adeguamenti informatici, omogeneizzazione dei servizi e nuovi investimenti infrastrutturali rappresentano costi significativi che potrebbero gravare sui bilanci comunali o, peggio, sui cittadini attraverso nuove tasse.
6. Scarsa partecipazione pubblica al processo decisionale
Un cambiamento così importante dovrebbe essere il risultato di un ampio processo partecipativo. Tuttavia, spesso le decisioni sulla fusione vengono calate dall’alto, senza un vero coinvolgimento dei cittadini. Questo rischia di alienare ulteriormente le persone dalla politica locale, anziché avvicinarle.
La fusione tra Cosenza, Rende e Castrolibero potrebbe sembrare una soluzione ambiziosa per affrontare i problemi del territorio, ma i rischi superano i possibili benefici. Votare “NO” non significa opporsi al progresso, ma difendere le peculiarità di ogni comunità, garantire una gestione più vicina ai cittadini e chiedere alternative che valorizzino la collaborazione tra comuni senza compromettere la loro autonomia.